· Migliorare la fase di accesso nei servizi sanitari territoriali, predisponendo interventi multidisciplinari che tengano conto delle best practice attuate nelle Regioni.
· Garantire lo sviluppo degli interventi trasversali e il monitoraggio delle attività progettuali nelle Regioni coinvolte, assicurando una risposta il più possibile omogenea e di sistema che possa diventare modello nazionale, mettendo a sistema processi organizzativi di accesso e cura, tempestivi e specifici, rivolti ai titolari e/o richiedenti di protezione internazionale in condizione di vulnerabilità sanitaria (RTPI).
· Creare percorsi multidisciplinari ad hoc per rispondere in modo appropriato e tempestivo ai diversi bisogni di salute di richiedenti e titolari di protezione internazionale.
· Sviluppare strumenti digitali per la raccolta dati sanitari del RTPI dall’arrivo in poi, per assicurare la continuità delle cure erogate dal SSN nei diversi passaggi del processo di accoglienza, e per la registrazione delle attività connesse all’individuazione precoce di vulnerabilità e accertamenti sanitari, evitando così duplicazioni e spreco di risorse.
· Attivare percorsi formativi che accrescano le competenze dei professionisti dei servizi pubblici, del privato sociale e dell’associazionismo dal punto di vista sia organizzativo che professionale.
· Costituire nelle Aziende Sanitarie équipe multidisciplinari e multi professionali che eroghino prestazioni sui reali bisogni della singola persona che approccia i Servizi.
· Implementare, in collaborazione con il Ministero della Salute, le “Linee Guida sui controlli sanitari sui percorsi di arrivo e protezione per i migranti nei centri di accoglienza” e le “Linee Guida sull’assistenza, la riabilitazione e il trattamento dei disturbi mentali dei rifugiati e delle persone che sono state vittime di torture, stupri o altre gravi forme di violenza psicologica, fisica o sessuale” attraverso percorsi informativi e formativi in tutte le Regioni partecipanti in collaborazione con il Ministero della Salute.